Bonifica Amianto


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Premesse

– Per la grande duttilità produttiva e per il basso costo, l’amianto è stato utilizzato nella realizzazione di centinaia di manufatti tra gli anni ’50 e ’80.
– Dal 1992 questo materiale è stato bandito.
– Per merito della economicità e per la facilità di posa, è stato un materiale molto utilizzato nelle coperture di edifici pubblici, di siti industriali e produttivi, strutture agricole e – non di rado – abitazioni.
– Normalmente, trascorsi 20 anni dalla posa, le coperture in cemento-amianto accentuano notevolmente la loro pericolosità a causa di corrosione, fessure, abrasioni, eventi atmosferici aggressivi, etc.
– La normativa, dopo aver disposto un censimento degli edifici che hanno questo tipo di rivestimento (da effettuarsi entro il 17.01.2009 cioè tre anni dall’entrata in vigore del PRAL – Piano Regolatore Amianto Lombardia), ha previsto la bonifica di tali siti, con la programmazione di periodici bandi per l’assegnazione di contributi.


Perché è necessaria la decontaminazione?

– Rischi salute. La pericolosità dell’esposizione al cemento-amianto è ormai scientificamente provata. L’INAIL ha creato un fondo ad hoc per supportare le vittime dell’amianto, finanziato per un quarto dalle imprese. Nessuno è escluso dal rischio cancerogeno dovuto all’amianto (nemmeno l’imprenditore) e i tempi di incubazione possono arrivare anche a 25/30 anni.
– Rischi di azioni legali da parte di dipendenti, che possono riguardare anche il patrimonio personale dell’imprenditore.
– Rischi di deterioramento della struttura industriale e conseguente inagibilità dell’edificio.
– Rischi economici derivanti da eventuali inadempienze rispetto alla normativa vigente (sanzioni amministrative).


Perché intervenire subito?

– Perché una buona politica di salute e sicurezza sul lavoro non è solo importante dal punto di vista umano, ma è anche uno strumento per garantire alle imprese un miglior funzionamento e un miglioramento dei costi.
– Si riducono i costi aziendali (es. i premi assicurativi) e si migliora la presenza lavorativa dei dipendenti con diminuzione di malattie e infortuni (tali aspetti dispiegano un effetto ancora più significativo sulle aziende medio-piccole).
– Investire in salute e sicurezza migliora la performance dell’azienda.
– La sostituzione di una copertura in cemento-amianto può essere l’occasione per adeguare le prestazioni del tetto alle esigenze di una moderna edilizia industriale, senza alterare volumetria e aspetti architettonici e con garanzia di lunga durata, insonorizzazione, ventilazione, isolamento termico.
– Aspetti fiscali (le aziende possono fare riferimento a quanto previsto da Fondi Provinciali, Regionali, di Categoria).


Come intervenire?

Il quadro normativo – ormai molto complesso e articolato – individua in maniera precisa i metodi di bonifica ritenuti idonei e prescrive procedure d’intervento particolarmente rigorose, allo scopo di minimizzare i rischi sanitari che la dispersione di fibre d’amianto può provocare.
Le tecniche sono:
1) sovracopertura (d.m. 06/09/94);
2) incapsulamento (d.m. 06/09/94).
Non sono però soluzioni definitive e presentano i seguenti svantaggi:
– scarsa durata
– verifica struttura portante che deve supportare il carico della nuova copertura
– verifica struttura di ancoraggio esistente che, per garantire un efficace aggancio del nuovo manto di copertura, non deve essere eccessivamente degradata.
3) sostituzione (art. 34 d.lgs 277/91)
È la tecnica più radicale: prevede la rimozione e lo smaltimento delle vecchie lastre (che vanno trattate come rifiuti speciali tossici-nocivi) secondo un piano di lavoro particolareggiato che deve essere preventivamente approvato dagli organi competenti (ASL,ARPA).
Presenta indubbi vantaggi:
– risolve il problema definitivamente, eliminando tutto l’amianto
– non costa più degli altri metodi
– conferisce all’immobile una rivalutazione patrimoniale.